La Fine del Regno
La Monarchia doveva finire! Era questo l’obbiettivo da raggiungere ad ogni costo. I vincitori della guerra, in particolar modo gli Stati Uniti d’America, non ammettevano un’Italia identitaria ed unita; sarebbe stato troppo difficile assoggettarla per renderla una nuova e sperimentale succursale finanziaria. L’Italia doveva diventare uno Stato sotto scacco, con un Governo in accordo e disposto a gestire la popolazione che, affascinata e distratta da un effimero benessere ( chiamato successivamente “boom economico”), ha rinunciato alla propria forza riducendosi a mero territorio in affitto.

Non è stato molto difficile e banalmente ciò che ha mosso le motivazioni del referendum del ‘46 si può riassumere con questa semplice proposta: io ti faccio stare bene e tu mi dai in cambio la tua indipendenza economica e politica. Dinamiche non estranee neanche ai nostri Governi attuali…
L’obbiettivo fu raggiunto. Si mascherò da vittoria ciò che fu fatto di notte, tra gli scantinati delle circoscrizioni, o nelle sale di qualche palazzo romano. Il popolo provó a ribellarsi, ma venne fatto tacere con i proiettili ( cfr. strage di via Medina https://it.m.wikipedia.org/wiki/Strage_di_via_Medina). Le grandi menti e gli artisti contestarono i risultati del referendum, ma nulla da fare…c’erano in gioco finanza e potere, gli ideali e i valori non potevano trovare spazio, né avere ascolto.
La “campagna elettorale” partí nel peggiore dei modi. Come primo passo era necessario screditare la Monarchia. Si accusò il Re Vittorio Emanuele III di essere fuggito…dove? A Brindisi! Una città che ancora oggi risulta annessa al territorio nazionale ed il Re era il Re d’Italia, quindi rimase chiaramente nel Regno. Ma allora perché si usa il termine “fuga”?
Forse aver lasciato Roma fu considerato un gesto errato? È necessario considerare che Roma era ormai sotto occupazione nazista e se il Re fosse stato catturato o ucciso, l’Italia sarebbe caduta poiché priva di Governo ed un Capo di Stato. Fu un atto organizzato male e in modalità discutibili? Probabilmente, ma con il senno del poi evidentemente necessario.
Perfino il Presidente della Repubblica Ciampi ( uomo al di fuori da ogni sospetto) spese delle parole in favore del Re Vittorio Emanuele III:
“II Re ha salvato la continuità dello Stato, colmò l’incombente vuoto istituzionale, imponendosi agli alleati quale unico interlocutore legittimo”.
Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica italiana
È chiaro che ciò che oggi ripetiamo come verità assunta e assodata è frutto di un post referendum che, fin dalla sua nascita, iniziò senza sosta a giustificare il suo esistere ed il suo imporsi. Per capire questo, sarebbe sufficiente osservare le immagini di quei giorni disgraziati, nei quali le folle di cittadini continuavano a radunarsi sotto al balcone del Quirinale al saluto di Re Umberto II, leggere gli striscioni dei cortei in tutto il territorio nazionale o leggere la già citata strage di via Medina a Napoli, dove una ragazza ebrea venne fucilata dagli sgherri repubblicani morendo con il Tricolore Sabaudo sul petto. Chi più di lei avrebbe dovuto odiare il Re, stando alle informazioni a noi passate in 77 anni di Repubblica.
Evidentemente ciò che oggi sappiamo dai libri di storia, non è ciò che gli italiani hanno vissuto, ma solo il frutto di una massiccia e ben finanziata catechesi della ruota dentata.
Vinse veramente la Repubblica?
In questa pagina tenteremo di evidenziare alcuni fatti quantomeno sconcertanti.

